Presentato in anteprima al Festival di Cannes, edizione 2013, arriva nella Capitale uno dei più promettenti registi del panorama internazionale, Nicolas Winding Refn, per presentare il suo Solo Dio Perdona, vincitore del premio del pubblico Web con 25.000 preferenze per il film e 12.000 voti per Ryan Gosling, il protagonista della pellicola, decretato dal pubblico online come migliore attore della kermesse della Croisette.
Occhiali da nerd, sorriso timido, quasi impacciato, giacca, camicia e sneakers per un look sobrio, ma dall’animo punk. Nicolas Winding Refn ha un’aura talmente pacata che si stenta a credere che sia lui l’artefice di film così violenti come Solo Dio perdona e Drive…
Nonostante i toni da festival ci sono molti richiami a film action di serie B in “Solo Dio Perdona”. E’ solo un a nostra impressione o è davvero così?
Avrei voluto fare uno spaghetti western, adoro molto i film italiani, ma siccome non sono italiano ritenevo che non potessi andare in Spagna per realizzare un film del genere. Per questo sono andato a Bangkok e ho provato a realizzare un film simile, forse ho anche "rubato" il titolo da un film italiano!
Quello che mi piace molto è che film come i western all’italiana presentano una realtà più accentuata e surreale rispetto a quelli americani, e al contempo hanno un sottotesto in più rispetto quelli americani.
“Ho sempre pensato che avrei fatto film sulle donne e invece ho fatto film su uomini violenti”, questa è una sua famosa dichiarazione. Come mai non ha seguito l’istinto?
Non mi piacciono gli uomini, e fare tutto quello che in genere fanno. Non gioco a poker, non bevo birra e amo le donne e tutto ciò che le riguarda loro. Mi piace quello che le donne fanno, quello che faccio sono film che parlano di uomini con comportamenti violenti, ma non so perchè faccio questo tipo di film.
Mi è piaciuto moltissimo lavorare con un personaggio forte come quello di Kristin Scott Thomas. Alla fine io sono un uomo e faccio film che parlano di uomini, ma prima o poi realizzerò un film con le donne protagoniste assoluto.
Quali sono i cineasti che hanno influenzato, e influenzano, il suo lavoro?
A me piacciono tutti i cineasti e tutti i film. In genere noi siamo i figli di quello che ci ha nutrito e fatto crescere, sia se scriviamo libri, realizziamo film o scriviamo musica. Per questo mi piace tutto, anche tutto il cinema asiatico, che avverto come alieno essendo io estraneo a questo tipo di cinematografia.
Quanta libertà le ha dato il successo di Drive nel realizzare questo film?
Ho sempre potuto godere di libertà creativa nel realizzare un film. In cambio dei soldi devi rinunciare alla libertà creativa, ms per me ha molto più importanza questa componente e purtroppo ho dovuto rifiutare delle vantaggiose offerte dagli studios, specie americani, ma preferisco la libertà creativa, almeno per ora. È un po' come andare in guerra, la libertà te la conquisti sul campo di battaglia.
Avevo sentito dire che lei voleva lavorare con me e aveva letto la sceneggiatura del film. Io non avendo mai un grande budget per i film stavo cercando una sconosciuta attrice in Gran Bretagna. Ovviamente la conoscevo nei ruoli classici da aristocratica e donna fragile (è l'attrice preferita di mia madre inoltre!). Ma ho capito dal nostro primo incontro che non avrebbe avuto problemi a calarsi nella parte della stronza, nonostante tutto. A lei non piacciono i film violenti, ma era pronta e disposta a provare qualcosa di diverso. Lei ha accettato e ha cambiato totalmente look per il film. Quando mi ha mandato una foto dove aveva i capelli lunghi e biondi (è stata lei la prima a pensare a questo particolare del look) le ho risposto "Salve Donatella Versace!".
Quando aveva 24 anni è stato dall’Accademia d’arte drammatica in America perché ha distrutto contro il muro una scrivania. Oggi è più ribelle di vent’anni fa?
Diciamo che ho sempre avuto un radicato odio nei confronti dell’autorità ed è una cosa che mi appartiene ancora. Credo che il nemico della creatività sia il buongusto. L’attitudine Punk in me non è cambiata, forse sono diventato più intelligente crescendo, ma non devi mai perdere quella parte di te se vuoi lavorare nel mondo dell’arte. Non devi mai perdere quella scintilla!
Le mani di Julian/Gosling sono centrali in molte scene del film. Hanno un grande peso visivo, che cosa significano per lei?
Per me sono l'incipit del film stesso. Poi però mi sono reso conto che per l'aspetto violento della specie maschile sono centrali. Se gli togli le mani privi l’uomo del suo istinto violento. Le mani hanno anche un'analogia con l'organo maschile, c'è questa specie di trasmissione attraverso le mani e si può rappresentare l'eccitazione o la castrazione sempre attraverso questa specifica parte del corpo. Quello che poi perseguita un po' tutti, che ci piaccia o meno, è che il maschio prima o poi vorrebbe tornare nel grembo della propria madre, anche se non lo espliciterà mai!
Com'è stata questa nuova esperienza a Cannes? Si aspettava un'accoglienza contrastante? E quali sono i suoi progetti futuri?
E' stato fantastico essere a Cannes anche quest'anno. Quando ho assistito alle reazioni estremamente violente di chi ha amato e odiato il film ho capito di aver fatto qualcosa di giusto!
Il prossimo progetto in cui sarò impegnato sarà la serie televisiva “Barbarella”. Per i prossimi progetti vorrei invece avere la possibilità di girare un horror. O una commedia!
Eva Carducci
