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Hunger Games - La ragazza di fuoco - Conferenza stampa

14/11/2013 | Interviste |
Hunger Games - La ragazza di fuoco - Conferenza stampa

E’ il giorno dell’evento-clou di tutta la settimana del Festival di Roma quando il film più atteso arriva nella sezione Fuori Concorso. Stiamo parlando di Hunger Games – La ragazza di fuoco, sequel della pellicola che nel 2012 registrò un record di incassi trasformando il romanzo best-seller di Suzanne Collins in un fenomeno di culto.
Il film riprende il filo della narrazione con il ritorno a casa dell’eroina Katniss Everdeen uscita vittoriosa dalla 74ma edizione degli Hunger Games insieme al suo compagno, il ‘tributo’ Peeta Mellarck e vede l’eroina costretta a confrontarsi con la75ma edizione speciale dei Giochi. Questi saranno i Giochi della Memoria e coinvolgeranno tutti i più famosi vincitori del passato.

All’affollata conferenza stampa in Sala Petrassi erano presenti i due produttori del film, Nina Jacobson e Jon Kilik, il regista Francis Lawrence e il cast su cui spiccava la presenza della giovane star Jennifer Lawrence accompagnata da Josh Hutcherson e Liam Hemsworth.

La prima domanda è per i produttori. Come avete lavorato alla produzione di questo secondo capitolo di una serie fantasy attesissima dopo i 408 milioni di dollari incassati dal primo film solo negli USA diventando un fenomeno di culto? Dal punto di vista produttivo quali sforzi avere impiegato e quali responsabilità avete sentito?
Nina Jacobson: “Per questo secondo capitolo sapevamo che eravamo spinti dal pubblico e pensiamo di essere stati capaci di non deludere tutti quelli che avevano letto i libri e anche di avere attirato nuovi fans. Pensiamo di essere stati fedeli al racconto della Collins, in più abbiamo aggiunto nuovi elementi facendo vedere ad esempio l’intero Paese di Panem da più prospettive. Ci volevamo assicurare che si vedesse bene questo nuovo mondo, inoltre dovevamo aggiungere altri personaggi e trovare altri attori bravi come quelli già presenti nel cast”.

Una domanda per Jennifer Lawrence. Sei consapevole della responsabilità che hai visto che il tuo personaggio è un modello per molti giovani? Sei venuta in Italia una volta a Venezia per ritirare il Premio Mastroianni e ora ci torni dopo aver vinto l’Oscar, come è cambiata la tua vita dopo questo importante riconoscimento?
Jennifer Lawrence: “Quando ho letto per la prima volta questo libro mi ha fatto piacere vedere questo personaggio che poteva essere un modello e non solo per i giovani. E’ ovvio che sento una notevole responsabilità. Il Premio Mastroianni a Venezia è stato un momento esaltante. I premi sono sempre un piacere e hanno contribuito certamente alla mia carriera ma non credo di essere molto cambiata”.

Come fai ad affrontare le pressioni del tuo lavoro? Pensi di avere qualche affinità con il personaggio di Katniss?
Jennifer Lawrence: “Tutti mi chiedono sempre se sono sotto pressione ma io amo il mio lavoro, amo il cinema e ho sempre accettato di fare un film perché mi piace un personaggio e la sceneggiatura e questo non cambierà. Io mi diverto e basta, faccio il mio lavoro indipendentemente da quello che si dice o si scrive di me. Per quanto riguarda il personaggio di Katniss vorrei essere più simile a lei di quanto io non sia. Lessi il primo libro di “Hunger Games” a 19 anni e ho capito come il personaggio poteva diventare un modello. La celebrità è fantastica, non fraintendetemi, ma è molto difficile quando le persone ti trattano diversamente mentre tu non mi senti affatto diversa”.

In quali dei personaggi che hai interpretato sul grande schermo ti identifichi maggiormente?
Jennifer Lawrence: “A dire il vero ora non ricordo neanche tutti i personaggi che ho interpretato. Sicuramente la parte che ho fatto nel film Like Crazy è un personaggio in cui potrei identificarmi. Mi sono sentita vicina a Tiffany de Il lato positivo per quanto riguarda la grande energia di questo personaggio ma il ruolo che amo di più è sicuramente quello di Samantha in Like Crazy”.

Quali consigli puoi dare alle giovani generazioni sulla delicata questione dell’immagine del corpo femminile che il cinema e i media propongono sempre come modello?
Jennifer Lawrence: “Quando ho iniziato a fare l’attrice non mi preoccupavo del mio peso, io sono sempre stata una sportiva e non mi sono mai messa a dieta finchè non ho iniziato a fare l’attrice. Ti dispiace sentirti dire che devi dimagrire quando non ti senti grassa. Molti registi guardano molto questa immagine ma poi la gente ci guarda e ci fa diventare modelli. I media non vogliono assumersi la responsabilità sull’effetto che abbiamo sui giovani. E’ assurdo sentire delle donne dire ad altre donne che sono grasse. Dobbiamo cambiare il modo in cui giudichiamo la bellezza”.

Una domanda per il regista e gli attori. Come ci si sente ad aver realizzato un film che ha generato intorno agli interpreti un divismo che somiglia per certi versi a quello che i personaggi del film raggiungono in questa specie di reality cuore di questa storia?
Francis Lawrence: “Questa materia prima della Collins è straordinaria, racconta la storia delle conseguenze della violenza rivolgendosi ai ragazzi, ma senza trattarli da bambini. Questo ha aiutato moltissimo l’interesse dei giovani che poi sono stati seguiti dagli adulti. La storia si è poi trasformata in vero fenomeno e noi abbiamo questa capacità di raccontare queste storie che persone di tutto il mondo vedranno in un numero molto elevato. Quindi è interessante per me riflettere su questo mondo in cui viviamo. E’ molto appassionante per me questo progetto”.

Josh Hutcherson: “E’ raro partecipare a qualcosa che ha così tanto significato e peso. Qui abbiamo una storia complessa ma che piace a tante persone, contiene elementi importanti e l’attenzione con cui ci seguono i fans  è stata straordinaria con noi”.

Una domanda per Jennifer Lawrence. Cosa si prova a entrare in questo personaggio e cosa vuol dire lavorare in un film tutto effetti speciali?
Jennifer Lawrence: “Da attore è bello poter crescere, continuare con un personaggio è un’esperienza molto interessante. All’inizio del film si vede il mio personaggio che si è trasformato, Katniss è stata costretta a uccidere e questo l’ha distrutta e le ha causato una forma di stress post-traumatico. Per quanto riguarda gli effetti speciali, non cambiano le cose, io uso sempre gli stessi strumenti, uso sempre la fantasia”.

Liam Hemsworth ha aggiunto: “Io condivido la passione che ha il mio personaggio di Gale, un personaggio che vuole sempre combattere per quello in cui crede. Questo è il motivo per cui queste storie hanno così tanto successo. Il personaggio di Katniss si rifiuta da cambiare di fronte a questa forza malvagia, lei vuole continuare a combattere per i suoi ideali. Questo è un messaggio importante per i giovani ed ecco perché le ragazze trovano ispirazione a essere fedeli ai propri ideali e combattere per ciò in cui credono”.

Per il regista. Nel film sembra esserci qualcosa di Guerre stellari: una rivoluzione e il cammino di un eroe. E’ anche il film che più rappresenta l’attesa di allora, degli anni in cui dovevano uscire i film successivi a Guerre stellari. Avevate in mente che questa trilogia potesse essere l’erede di un’altra?
Francis Lawrence: “ Katniss è diversa da Luke Skywalker, lui vuole conoscere avventura e combattere contro il lato oscuro, mentre Katniss vuole solo indietro la sua vita, sopravvivere e proteggere la sua famiglia, quello che ci piace di questo personaggio è che è molto umano, segue sempre il suo istinto. Io adoro la trilogia di Guerre stellari, dal punto di vista strutturale in realtà ci siamo richiamati a quella trilogia, abbiamo visto come finisce quello e come finisce il nostro. Quando abbiamo lavorato alla sceneggiatura abbiamo parlato di Guerre stellari mentre parlavamo della struttura del film”.

Un’ultimaa domanda per il regista. Questo film parla della violenza della società, questa violenza non è però mai mostrata e non è mai esplicita, è più controllata. E’ solo una questione di target di pubblico a cui è rivolto il film o c’è un’altra ragione?
Interviene anche la produttrice Nina Jacobson: “Questo film tratta della violenza nei confronti degli esseri umani. Il nostro Paese è in guerra da anni e assistiamo a molti soldati che continuano a portarsi dietro le ferite di quello che hanno dovuto fare. Francis è molto sofisticato e fa in modo che la violenza venga percepita solo dagli occhi di questi personaggi e per questo è un vantaggio avere un cast di attori di questo livello”. 

Francis Lawrence ha concluso: “A me interessano le conseguenze della violenza, come si dice anche nel libro, non la violenza stessa. La violenza come la perdita dovuta al fatto che si è assistito a eventi violenti e l’impatto emotivo che questa cosa può generare. Uno dei grandi vantaggi di avere un cast così talentuoso è che si può vedere grazie a loro l’impatto che la violenza ha sui nostri personaggi. E’ più potente vedere la loro reazione alla violenza che la violenza stessa.
A proposito del film Katniss e Peeta, hanno vissuto la violenza e questa cosa li ha cambiati causandogli una sorta di stress post-traumatico ora che sono sopravvissuti”.   

Elena Bartoni
    
  
 

 


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