Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.

Maldamore - Conferenza stampa con gli attori e il regista

10/03/2014 | Interviste |
Maldamore - Conferenza stampa con gli attori e il regista

Nella cornice della Casa del Cinema di Villa Borghese questa mattina è stata presentata in anteprima la nuova commedia di Angelo Longoni, Maldamore.
Il film segue quattro personaggi che si trovano a compiere un percorso che li modificherà radicalmente. Motore della vicenda, la perdita di attenzione di un dettaglio quasi impercettibile, un interfono per bambini lasciato acceso per sbaglio mentre nella stanza due uomini si rivelano segreti inconfessabili nascosti alle reciproche compagne.  A quel punto tutti prenderanno atto dell’esistenza di compromessi, tradimenti, segreti e dovranno ricominciare la loro vita imparando a perdonare sé stessi e gli altri.
Presente alla conferenza stampa seguita alla proiezione, il cast al completo capitanato dal regista Angelo Longoni e dai quattro protagonisti, Luca Zingaretti, Ambra Angiolini, Alessio Boni, Luisa Ranieri. Presenti anche gli altri interpreti: Eugenio Franceschini, Miriam Dalmazio, Eleonora Ivone, Ettore Bassi, Adolfo Margiotta.
Il film è stato presentato anche da Maria Grazia Cucinotta (che nel film appare in un cameo) che insieme al marito Giulio Violati è produttrice del film con la collaborazione di Raicinema. Presente anche Laura Zumiani per la Trentino Film Commission.
Il film uscirà nelle sale giovedì 13 marzo in 250 copie distribuite da Bolero Film

La prima domanda è per Angelo Longoni. Il co-sceneggiatore del film, Massimo Sgorbani, è laureato in filosofia, risiede qui il motivo della frase di Platone messa a suggello del film, una frase di scoppiettante attualità?
Angelo Longoni: “Credo che Platone sia stato maestro di regole della vita affettiva un po’ per tutti.
“Soltanto l’amante può giurare e avere il perdono degli dei se trasgredisce un giuramento: dicono infatti che un giuramento d’amore non ha valore”. Solo l’amante può giurare il falso e avere il perdono degli dei, perché un giuramento d’amore non ha valore.
E’ una frase di Platone molto significativa perché nel  momento in cui la maggior parte delle persone fa un giuramento si trova in uno stato emotivo tale che gli sembra che questo giuramento varrà per sempre. Ma nel tempo le cose cambiano, la vita affettiva delle coppie stabili si trasforma e solo grazie a una certa maturità le coppie riescono ad avere una vita affettiva adulta. Ho visto invece l’esplosione di tantissime coppie, e più una persona vive pene d’amore più fa ridere. Se vista da fuori naturalmente, è comica. I conflitti che nascono all’interno di coppie rappresentano il terreno ideale per la commedia. Non bisogna quindi escludere l’aspetto più comico, più buffo. Da qui è nata l’idea di partire da quella frase di Platone, perfino gli dei sanno che il giuramento d’amore non ha valore.
C’è una morale in questo: il tempo gioca a sfavore delle coppie ma ha una caratteristica positiva, ci può rendere più maturi e inclini al perdono, più vicini alla mediazione, pronti ad andare al di là delle proprie manchevolezze all’interno della coppia “.

Una domanda per Maria Grazia Cucinotta. Perché hai scelto questo progetto tra tanti? La commedia dei sentimenti è una scelta forte per il mercato italiano ma non l’hai scelta solo per questo?
Maria Grazia Cucinotta: “La sceneggiatura l’abbiamo letta un po’ tutti prima, ci è parso un gran bel film. Ma abbiamo impiegato un po’ di anni e affinché diventasse realtà. Devo ringraziare Carlo Brancaleone che è subentrato con Raicinema oltre alla Trentino Film Commission e tutti quelli che sono intervenuti con il tax credit. Grazie anche alle star del film che ci hanno creduto, perché sono cose che tutti più o meno abbiamo vissuto. Alcune volte serve un film per specchiarsi, capire le nostre colpe e dare un senso alla nostra vita”.

Una domanda per gli attori. Sembra che a fine film si lasci spazio per il tradimento, le due signore parlano dell’importanza di lasciare un 2% di spazio tutto per loro, insomma il tradimento sembra necessario per far andare avanti un matrimonio?
Alessio Boni: “Ci sono tante sfumature, non  sono contrario al matrimonio in assoluto come è stato scritto. Io non credo tanto nella contrattualizzazione di un amore, l’amore non ha bisogno di niente. Se io fossi molto credente, lo farei, ma se devo passare prima per un contratto no. Detto questo io non penso ci sia bisogno per forza di tradirsi per portare avanti un rapporto di coppia. Nel film si parla di una situazione paradossale, così tragicomica da farti ridere, perché sai che potrebbero capitarti perché le corna sono trasversali. Quando ho letto la commedia mi è piaciuta, io sono molto attratto da questo genere, mi piace molto la comicità scritta che gli attori rendono leggera. Se è scritta bene puoi ridere ancora di più. E questa la reputo una comicità intelligente”.

Luisa Ranieri: “Io non credo che i rapporti debbano passare per forza per il tradimento. Non è facile però tenere in piedi un rapporto per tanti anni, bisogna reinventarsi. Questo film mi piaceva, mi piaceva molto ad esempio l’idea di quel 2% di spazio libero che è bene lasciarsi, insomma lasciarsi una piccola quota di libertà di pensiero (“solo di pensiero!” le ribatte suo marito Luca Zingaretti), lo trovo intelligente, lasciarsi una libertà di respiro nel rapporto che è quella che non ti fa tradire”.

Ambra Angiolini: “Per quanto riguarda la coppia composta da me e da Luca Zingaretti siamo già agli effetti collaterali fisici, siamo due girati di spalle, siamo due che non si toccano da tanto tempo. L’atteggiamento del mio personaggio è rigido all’inizio, ha perso di vista sé stessa e il suo matrimonio. Poi grazie all’incontro con un uomo molto più giovane di lei, si ritrova a vivere una seconda adolescenza con la goffaggine che porta con sé. E’ stata la prima volta in cui ho detto “mi sento vecchia” e aveva un senso. Sul tradimento io vedo tanta gente che lo vive in una maniera dolorosa perché è normale. Questo film per me è rivoluzionario perché tira fuori il sommerso, gli amanti non si nascondono, passeggiano per strada, li abbiamo finalmente liberati dagli armadi!”.

Luca Zingaretti: “Io aggiungo poco altro. In una coppia come quelle che noi raccontiamo nel film non credo che le corna siano la cosa peggiore che possa capitare, credo sia più grave non aver niente da raccontarsi la sera e credo sia questo il problema delle coppie nel mondo attuale. Non voglio dire che le corna siano una cosa da augurarsi, ma il film parla anche di persone che non hanno il controllo della propria esistenza”.

Un’altra domanda per gli attori. Quanto conta il perdono e cosa non sareste disposti a perdonare?
Luca Zigaretti: “Le corna sono una cosa brutta ma sicuramente ce ne sono altre più brutte e inaridenti”.

Luisa Ranieri: “Sul perdono non so come mi comporterei. Trovo molto saggio il percorso che fanno i nostri personaggi nel film. E’ una cosa difficile perdonare ma trovo molto sano provare a ricominciare e ripartire se ci si vuole bene. Il problema affrontato nel film è la difficoltà di stare insieme”.

Angelo Longoni interviene: “Io trovo un po’ arcaica questa discussione sulle corna. Io trovo che il perdono sia fondamentale e in questo film c’è”.

Alessio Boni: “Io trovo che in questa società siamo tutti abituati a mettere i puntini sulle “i”. C’è invece un “non finito” molto importante, è quello di cui parlava il genio di Michelangelo Buonarroti. Non c’è solo il tradimento, c’è tanto dietro, c’è il rapporto, c’è il quotidiano. C’è di grave la noia, il non dirsi niente, il non toccarsi. Quella è la cosa più grave, a quel punto preferisco il tradimento che dia vigore”.

Una domanda per il regista. Quanto il Trentino in cui è stato girato il film si sposa con la commedia?
Angelo Longoni: “Trento, la città in cui abbiamo girato, è stata un’esperienza straordinaria, è una città ecologica, a misura d’uomo. Se non fosse stata Trento non saremmo riusciti a fare un film in sei settimane. E’ un luogo dove è facile ottenere i permessi per girare in un posto o in un altro, non ci sono tutte le difficoltà che ci sono a Roma. Ma Trento ha una sua caratteristica, io volevo fare una commedia assolutamente non localizzata, non contestualizzata. Per questo ho preso degli attori che non nascono come comici ma sono attori che possono interpretare un ruolo divertente. Il loro tipo di rapporto esula da qualsiasi forma tipica degli attori comici. Volevo riuscire a creare un cast che avesse una portata italiana e non dialettale. L’idea era di fare una commedia italiana e non regionale, era la cosa a cui tenevo di più”.

Una domanda per il regista. Ci puoi dire le dinamiche di scelta degli attori per i ruoli anche dal punto di vista dell’importanza della provenienza teatrale?
Angelo Longoni: “Si è vero, tutti gli attori che vedete qua vengono dal teatro, è un pregio, un attore che non si mette in gioco in teatro soffre di un caso grave di verginità. Chiunque non affronti il palcoscenico è un attore incompleto. La scelta di questi attori è perché sono attori indipendenti da quello che hanno fatto in precedenza. Avevo bisogno di attori che cercassero nella verità dei personaggi la possibilità di far ridere. L’idea di avere attori veri era la mia prerogativa. I quattro personaggi hanno a che fare con altri personaggi e anche gli altri attori ho voluto sceglierli con queste caratteristiche”.

Un’altra domanda per Luca Zingaretti. Che gusto c’è ad alternare qualcosa di argomento leggero con cui puoi divertirti con cose più serie. Questo tipo di commedia ti interessa di più della comicità pura?
Luca Zingaretti: “Non essendo io un attore comico ho bisogno del testo per strappare un sorriso, una risata, dove la risata è scritta. Poi credo anche nel privilegio per ogni attore di poter scegliere quello che fare e il suo divertimento consiste nell’interpretare e alternare vari registri del proprio mestiere. Chi ama questo mestiere lo fa nella necessità di continuare a raccontare delle storie e quando si ha la possibilità di cambiare registro ci si butta. Angelo lo conoscevo dai tempi eroici delle cantine romane ed averlo ritrovato è stato un grande piacere”.

Una domanda per Miriam Dalmazio e Eugenio Franceschini. Come vi siete trovati nei ruoli degli amanti della coppia Zingaretti-Angiolini?
Miriam Dalmazio: “Quando ho visto Luca (Zingaretti) all’inizio ero molto intimorita da quel grande attore che è, e poi baciarlo… con la moglie presente sul set! Ma lui è stato molto disponibile. Ero imbarazzata ma anche grazie ad Angelo Longoni ho eliminato la paura”.

Eugenio Franceschini: “Io ho fatto quello che …. dovevo con Ambra!” (ride)

Tra i piani narrativi del film c’è anche l’idea di prendere in giro un certo mondo borghese?
Angelo Longoni: “Il mondo borghese è quello che tiene alle apparenze, deve conservare sempre un’immagine di sé e la propria rispettabilità. Io trovo che la classe media italiana sia buffa perché la comicità che tocca il mondo più povero la conosciamo e si manifesta anche con i linguaggi e i dialetti. Meno frequente è la comicità della classe medio-alta e lì si può giocare su tante cose”.

Una domanda per il regista per concludere. Ci puoi dire qual è la tua idea dell’amore?   
 Angelo Longoni: “In amore la forma più alta di intelligenza è la bontà. E questo è quello che mi ha insegnato mia moglie, questa è la caratteristica più importante nei rapporti”.

Elena Bartoni          
 

 


Facebook  Twitter  Invia ad un amico  Condividi su OK Notizie 
 

Notizie in evidenza

Collabora con Voto 10
Seguici su Facebook Seguici su Google Plus Seguici su Twitter
Seguici su YouTube Registrati alla nostra Community Abbonati al nostro feed rss

I CINEMA DELLA TUA PROVINCIA

Advertising   Chi siamo   Collabora con Noi   Cookie Policy   Privacy   Termini e Condizioni d'Uso   Web TV  
 
Cerca
powered by Roma Virtuale :: Web Agency