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Colpa delle Stelle - Recensione

04/09/2014 | Recensioni |
Colpa delle Stelle - Recensione

Trasportare sul grande schermo una storia d’amore e di vita, romantica e malinconica come quella narrata dallo scrittore statunitense John Green nel romanzo Tutta colpa delle stelle (edito da Rizzoli), non era impresa semplice, il regista Josh Boone assieme alla coppia di sceneggiatori Scott Neustadter e Michael H. Weber, c’è però riuscito. La fedeltà al libro è senza ombra di dubbio l’arma vincente, per un film che si rivolge principalmente agli adolescenti, ma che con la sua tenerezza e il suo umorismo è in grado di far emozionare, sorridere e riflettere tutti.

Hazel Grace Lancaster (Shailene Woodley) ha 17 anni ed un tumore fra la tiroide e i polmoni. Augustus Waters (Ansel Elgort) ha 18 anni e una gamba artificiale, dovuta ad un cancro osseo. Il loro è un colpo di fulmine e ciò che li accomuna, assai più che la malattia, è il modo di vedere e affrontare la vita. La loro iniziale amicizia, complice un viaggio ad Amsterdam, si trasformerà in una storia d’amore, ma la malattia non smetterà di porsi d’ostacolo fra loro.

‘’Raccontare una storia triste non è facile’’ e nel libro come nel film, è la stessa Hazel Grace, interpretata da una Shailene Woodley pienamente calata nei panni (con un ottimo lavoro delle corde vocali, nella versione originale), a dirlo e a farlo. La protagonista ha deciso di narrare la propria storia di vita… e di morte, ma assieme alla sofferenza e al dolore, ha voluto sottolineare come la forza dell’amore e l’importanza di avere una persona accanto, rappresentino tutto. 

Augustus ‘’Gus’’ per la sua Hazel rinuncia al suo ultimo desiderio e decide di condividerlo con lei, ed Hazel invece, gli starà vicina nel momento del bisogno, due ragazzi che nonostante la malattia si rivolgono allo spettatore senza cercare compassione e il modo di strappargli qualche lacrima, bensì facendogli capire come si sentono, come la loro volontà di vivere una vita normale da adolescente alle prese con la prima cotta, sia il motore che li spinge ad andare avanti.

La loro amicizia, quel avvicinarsi a poco a poco, quei piccoli passi che portano all’amore, racchiudono l’infinità di quel loro sentimento, che con le sue mille sfaccettature è percepibile e veritiero e rappresenta la vera essenza del libro e del film.

Lontani quindi, sembrano essere i tempi dei drammi giovanili alla Nicholas Sparks, che con i suoi romanzi diventati celluloide riusciva a scatenare solamente lacrime gratuite. John Green invece, sembra essere di tutt’altra pasta, dimostra di avere quel qualcosa in più, capace di non ridicolizzare una storia d’amore, di renderla reale, con i suoi veri alti e bassi e di saper attrarre il lettore e spettatore definito young adult, così come gli adulti, per una storia che è vero e proprio inno ai sentimenti e all’importanza della vita.

L’interpretazione e la chimica tra i due interpreti principali, la Woodley e Elgort, inoltre, è la ciliegina sulla torta di un melodramma a tinte dolci e per chi aveva apprezzato il libro, la fedeltà dimostratagli lo sorprenderà, mentre per tutti gli altri, emozioni e lacrime sono assicurate.

Alice Bianco

 


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