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La Talpa (Tinker, Tailor, Soldier, Spy) - Recensione

14/09/2011 | Recensioni |
La Talpa (Tinker, Tailor, Soldier, Spy) - Recensione

In concorso alla 68ª Mostra del Cinema di Venezia il film tratto dalla spy story di John Le Carrè  Tinker Tailor Soldier Spy– che in Italia prenderà forse il titolo di La talpa, come il romanzo. L’intricata trama vede al centro George Smiley, ex-agente segreto britannico che in tempi di guerra fredda (il film è ambientato negli anni ’70) deve tornare in campo per scoprire chi è la talpa che sta vendendo segreti ai russi. Ma ovviamente, le cose sono molto lontane dall’essere così. Una storia di spionaggio quasi perfetta, diretta da Tomas Alfredson (Lasciami entrare) e scritta da Bridget O’Connor e Peter Straughan, che racconta il disfacimento del mondo e della politica ben prima del crollo del muro di Berlino. Nel costruire il suo film, Tomas Alfredson opera una serie di scelte registiche radicali e in parte anticommerciali, il suo intento è quello di offrire allo spettatore uno spaccato di un sistema governato da leggi rigorose, al cui interno si muovono persone reali che non hanno niente a che fare con l'immagine stereotipata offertaci da tante pellicole dedicate agli agenti segreti. Alfredson realizza il film con un metodo degno di Le Carré, usando la storia come un tavolo dai mille fogli sparpagliati, da ricostruire piano piano, senza aver mai la certezza di capire fino in fondo. Altro elemento della pellicola che risulta eccezionale è l'introspezione psicologica dei personaggi, resa ancora più notevole da performance straordinarie. Incredibile come sempre il lavoro mimetico di un grigio Gary Oldman che si annulla in personaggio taciturno, riflessivo e sofferente. Il suo Smiley attraversa la pellicola in punta di piedi, come un fantasma vivente, e il suo volto coperto da pesanti occhiali da vista lascia trasparire un dolore trattenuto, ma ugualmente bruciante che appartiene al suo privato. Notevoli anche le perfomance di Benedict Cumberbatch, pilastro del film a fianco di Oldman, e Mark Strong, figure stoiche, portatrici di valori morali quali lealtà e spirito di sacrificio, dedite anima e corpo alla causa per la quale combattono tanto da rinunciare all'amore e all'amicizia per portare a termine la propria missione. A rendere impeccabile la pellicola di Alfredson, oltre appunto ad un cast d'eccezione, sono poi da sottolineare la grande cura per i dettagli e l'estrema precisione dell'immagine.


Sara D'Agostino
 

 


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