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The Caves of Steel: Akiva Goldsman scriverà la sceneggiatura

27/07/2016 | News
The Caves of Steel: Akiva Goldsman scriverà la sceneggiatura

La Fox ha ingaggiato Akiva Goldsman per scrivere la sceneggiatura di The Caves of Steel, il famoso racconto di Isaac Asimov, conosciuto in Italia con il nome Abissi d’acciaio. Lo studio ha in cantiere il progetto dal 2011, con Henry Hobson scelto per dirigere la pellicola. Le precedenti sceneggiature sono state scritte da John Scott 3 e Jamie Vanderbilt.

Goldsman, che ha debuttato come sceneggiatore per il cinema nel 1994 (Il Cliente), ha lavorato a Batman & Robin, Io Sono Leggenda e Angeli e Demoni. Recentemente ha scritto anche lo script di Storia d’Inverno ed è entrato nel nuovo universo Transformers.

Sinossi del racconto Abissi d’acciaio:
Il crimine centrale del libro è un omicidio commesso prima dell'inizio del romanzo. La vittima è Roj Nemmenuh Sarton, uno spaziale esperto in robotica che viveva a Spacetown, avamposto degli spaziali poco fuori la Città di New York. Da qualche tempo il dottor Sarton cercava di convincere il governo terrestre ad alleviare le restrizioni anti robot. Una mattina viene ritrovato fuori della sua casa con il torace imploso a causa di un colpo di disintegratore. Il commissario di polizia Julius Enderby affida al detective Elijah Baley il difficile compito di trovare l'assassino. Elijah, sorpreso da questo incarico, deve inoltre lavorare affiancato da un collega spaziale, un robot umanoide di nome R. Daneel Olivaw, costruito dallo stesso Sarton. Nonostante la diffidenza di Baley nei confronti dei robot, i due detective affrontano insieme il caso, nel tentativo di evitare anche un incidente diplomatico planetario che potrebbe portare ad un conflitto fra terrestri e spaziali.
Un aspetto centrale del romanzo è il contrasto tra l'umano Elijah e Daneel il robot umanoide. Asimov usa il robot per disquisire della natura umana. Mentre si sta confrontando con un "Medievalista" che ha paura che i robot soppianteranno gli esseri umani, Baley capisce che i robot umanoidi sono delle perfette imitazioni dell'essere umano, ma non potranno mai essere come gli uomini poiché essendo macchine non riescono a capire l'arte, la bellezza o lo stesso concetto di Dio ma solo i concetti esprimibili mediante equazioni matematiche. Nonostante tutto, nella scena conclusiva, R. Daneel mostra un senso di moralità. Capisce infatti che l'omicida deve essere trattato con indulgenza, realizzando che la distruzione del male è meno desiderabile della conversione del male in bene.

 


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