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Diaz - Recensione

12/04/2012 | Recensioni | |
Diaz - Recensione

I fatti che accaddero a Genova nel 2001 durante il G8 sono accadimenti che nessuno dovrebbe dimenticare mai. Eppure l'essere umano, si sa', tende a rimuovere ciò che è sgradevole o doloroso dalla sua memoria, e i fatti successi alla scuola Diaz il 21 luglio di quell'anno, appartengono a quella categoria. Questo film, diretto da Daniele Vicari, mette su pellicola ciò che successe, in maniera dura e sconvolgente, per fare in modo che "la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale", come dichiarato da Amnesty International, non venga mai dimenticato. Per farlo il regista si affida al racconto di più storie che compongono la giornata e infine la notte del 21 luglio, strutturandoli in continui flashback, uniti da digressioni temporali legate fra loro.  Si è deciso di raccontare la storia di alcuni ragazzi appartenenti al Genova Social Forum, e che furono scambiati per black-block, c'è Luca un  giornalista della Gazzetta di Bologna, Nick un ragazzo francese arrivato a Genova per seguire un seminario, alcuni anarchici francesi di passaggio e infine Max, vicequestore aggiunto del primo reparto mobile di Roma che comanda il VII nucleo e che non vede l'ora di tornare a casa. I destini di tutte queste persone e molte altre, si incroceranno la notte del massacro alla Diaz, e saranno uniti per i restanti tre giorni nei quali verranno trasferiti, scaraventati e torturati alla caserma-carcere di Bolzaneto. 93 persone sono state testimoni dello scempio compiuto dai 300 operatori delle forze dell'ordine che fecero irruzione nella scuola, e che li picchiarono senza alcun apparente motivo, 93 persone che aspettano ancora giustizia. La pellicola è stata lungamente attesa e criticata, addirittura si era pensato di vietarla ai minori di 14 anni, ma a mio avviso è un film che andrebbe visto e fatto vedere perché costituisce la memoria storica del nostro paese, un film curato nei dettagli che ha ricostruito minuziosamente gli scenari e i costumi, che vede la compartecipazione di Italia, Romania e Francia, e  che tecnicamente ricorda le vecchie grandi produzioni, in cui si impiegavano comparse e per fare un film si aveva il tempo di realizzarlo. Presentato all'ultima 62esima edizione del Festival Internazionale di Berlino, ed accolto calorosamente dalla critica e dal pubblico, Diaz lascia lo spettatore indignato e sconvolto dalla brutalità e dall'accanimento che il reparto di polizia adottò contro le persone presenti all'interno della scuola, della facilità con la quale usarono il manganello e il loro potere da divisa. I fatti narrati nel film sono tratti dagli atti processuali e dalle sentenze della corte di appello di Genova del 05/03/2010 e del 19/05/2010, e che aspettano ancora colpevoli e giustizia. Non dimentichiamo le cose che ci fanno male, è doveroso da parte nostra ricordare, perché c'è un sangue che non va pulito, il sangue dei ragazzi della Diaz, che rimarrà impresso nei pavimenti e nella coscienza di tutti noi.

Sonia Serafini

 


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