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La leggenda del cacciatore di vampiri - Recensione

20/07/2012 | Recensioni |
La leggenda del cacciatore di vampiri - Recensione

Pensate alla storia americana come non avete mai fatto. Pensate ad uno degli uomini simbolo di essa, un uomo serio, dedito al lavoro, rivoluzionario, che apportò grandi cambiamenti alla nazione, un Presidente ancora molto amato, pensate ad Abraham Lincoln, alla figura di esso, alla sua enorme e gigantesca statua a Washington, e… collegatelo ai vampiri. Ebbene si, il Presidente Lincoln, in questa visionaria pellicola, altro non era che un segretissimo cacciatore di vampiri. Un uomo spietato, intento a liberare l'America dal male, dalla schiavitù e dagli oppressori, e per farlo adoperava le maniere forti, che sia stata un'accetta rivestita d'argento o una legge insindacabile, vi dedicò tutta la vita, fino alla fatidica sera all'opera.
Le curiosità che si celano dietro a questo film sono molteplici: la prima, scoprire in che modo sia stata articolata una trama tanto bizzarra e strana, la seconda, capire quanto zampino ci sia del co-produttore Tim Burton, la terza vedere in che modo questa volta abbiano dipinto l'ormai usurpata e affascinante figura mitologica del vampiro. Purtroppo tutte e tre le domande non trovano risposte entusiastiche, resta un vero mistero come un regista che si era fatto notare per il buon lavoro di Wanted, si sia perso nei meandri di una sceneggiatura poco credibile, ma l'incognita maggiore resta quella del coinvolgimento di Tim Burton nel progetto, con tanto di nome in bella vista nei cartelloni, per non parlare della rappresentazione del vampiro, anche se sono grata al fatto che non brillino al sole.
Tratto dal romanzo originale scritto da Seth Grahame-Smith, che firma anche la sceneggiatura, il regista russo Timur Bekmambetov, ci propone una pellicola che purtroppo non ha la capacità di affascinare del tutto lo spettatore. Tralasciando qualche buona idea e dialoghi azzeccati, quello che ci troviamo a vedere è stato concentrato dalla frenesia della spettacolarizzazione delle scene, la mancanza di cura nei dettagli e gli evidenti buchi storici e sceneggiativi che ne rendono la visione affannata, in un continuo di lotte scontate e mancanti di qualità. Un vero peccato, poiché quella che sta diventando una moda a Hollywood, ovvero prendere un romanzo classico e stravolgerlo con contaminazioni dark, basti pensare all'annunciato Orgoglio e Pregiudizio e zombie, firmato dallo stesso Grahame-Smith, poteva essere una valida proposta, innovativa e irriverente, si rivela essere una mediocre pellicola senza catalogazione di genere, presentata con un'usurpata versione 3D.

Sonia Serafini

 


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