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Gli Equilibristi - Recensione

01/09/2012 | Recensioni |
Gli Equilibristi - Recensione

Orizzonti – 69. Mostra Internazionale d’arte cinematografica

Ivano De Matteo è un outsider e, da outsider, elabora la sua arte e la ripropone su grande schermo, deliziandoci con una pellicola dai temi duri e contemporanei come Gli Equilibristi.
Una storia difficile e terribilmente attuale quella presentata al Festival, una famiglia come tante, lui impiegato al comune (Valerio Mastandrea), lei segretaria in uno studio medico (Barbara Bobulova), due figli, una adolescente, l’altro nella fase di scoperta dell’amore, governata da un equilibrio quotidiano fragile, che si rompe a causa di una scappatella in ufficio. Il danno sembra riparabile ma è una cucitura lenta e i fili prima o poi finiscono con l’aprirsi di nuovo, è così che lui se ne và di casa per esplicare le sue colpi, iniziando un’odissea fatta di conti da pagare, pensioni della stazione Termini, Caritas, orgoglio e introspezione. Ci aveva già provato Ivano, con il suo precedente lavoro La bella gente, un’opera che, ahimè, a causa di vicissitudini legate alla distribuzione molto probabilmente non vedrà la luce, ma che io ho potuto vedere e capire l’operato del regista. Torna al Lido in concorso nella sezione Orizzonti con un film provocatorio, che racconta una realtà che viviamo tutti, con il precariato che ci sta con il fiato sul collo e i soldi che a fine mese non bastano mai, anche chi ha il famoso e decantato posto fisso alla fine non ce la fa, basta un cambiamento nella vita, che manda a rotoli un equilibrio sottile costruito negli anni sul nulla. Il titolo mi sembra perfetto, Gli Equilibristi, sembra davvero che il protagonista cammini su una corda tesa sospesa nel vuoto, ad ogni passo c’è una raffica di vento che lo fa cadere e, scivola, si rimette in piedi e torna sulla corda, solo che a volte la caduta fa più male e diventa difficile rialzarsi. Ci viene mostrata una Roma diversa, niente quartieri alti e borghesia, solo normalità e, quel lato che c’è in ogni città, dove si rifugiano gli emarginati, quelli che non ce la  fanno, le ombre che convivono con noi, persone silenziose che ogni giorno combattono per sopravvivere, gli stranieri, i poveri e il degrado. La disperazione di un uomo che sta perdendo tutto ma che non vuole scendere a patti con il suo orgoglio, la sua disperazione è solo sua, vuole farcela a tutti i costi, sarebbe troppo facile alzare il telefono e chiedere, oppure, come gli viene consigliato, tornare a casa e dormire sul divano, soluzioni che andrebbero bene per qualcuno ma non per il protagonista di questa storia. Valerio Mastandrea, che ormai è sempre più impegnato a fare il produttore, si rimette in gioco interpretando un personaggio duro e doloroso, sorprendendoci con la sua prova attoriale (cosa che non accadeva da tempo), in particolare con il rapporto con la figlia e con se stesso.
Complimenti ad Ivano De Matteo e in bocca al lupo!..o al Leone!

Sonia Serafini

 


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