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Il lato positivo - Recensione

06/03/2013 | Recensioni |
Il lato positivo - Recensione

La vita non va sempre secondo i tuoi piani. Si cade e ci si rialza. Basta trovare qualcuno che ti capisca. Questo sembra essere il nuovo “sogno americano” e questo sembra dire il personaggio protagonista di uno dei film più attesi della stagione, Il lato positivo (titolo originale Silver Linings Playbook) fresco di otto nomination agli Oscar nelle categorie più importanti e di una statuetta vinta da Jennifer Lawrence come migliore attrice protagonista.
La storia è quella di Pat Solatano (Bradley Cooper), un uomo che ha perso tutto: casa, lavoro, moglie. Dopo aver passato otto mesi in un istituto psichiatrico si ritrova, dopo un patteggiamento della pena, a vivere a casa di sua madre (Jacki Weaver) e suo padre (Robert De Niro). A dispetto di tutto, Pat non perde il suo ottimismo: è deciso a riconquistare la sua ex moglie nonostante le circostanze problematiche della loro separazione. Ma i genitori vorrebbero solo che si rimettesse in piedi. Il padre, in particolare, vorrebbe che condividesse la sua passione (quasi un’ossessione) per la squadra di football locale, i Philadelphia Eagles. Ma le cose si complicano quando Pat conosce Tiffany (Jennifer Lawrence), una ragazza sofferente di comportamenti instabili in seguito alla prematura scomparsa del marito. Tiffany si offre di aiutare Pat a riconquistare sua moglie ma in cambio lui dovrà aiutarla a preparare un’importante competizione di ballo. Nel mettere in atto il piano di reciproco aiuto, il rapporto prenderà una piega inaspettata.
Qualcosa di nuovo eppure di “antico”. Una strada di mezzo tra la commedia e il dramma, un po’ dell’una e un po’ dell’altro, eppure né l’una, né l’altro. Il film di David O. Russell (che ha colpito nel 2010 per l’intenso The Figther, sette nomination agli Oscar) parla della vita, delle scommesse che tutti dobbiamo affrontare, vincendo o perdendo ma comunque provandoci.
Il disturbo bipolare da cui è affetto il protagonista Pat indica, con un certo grado di approssimazione, problemi di una psiche instabile. Il termine piuttosto vago esemplifica però quello che interessa davvero. Fare pace coi demoni della psiche, sembra questa oggi la vera aspirazione dell’americano medio che ha soppiantato il classico american dream.
Il personaggio di Pat è qualcosa di nuovo e unico, una sorta di perdente romantico, è “naif e positivo, ignorante e speranzoso” come ha dichiarato Bradley Cooper, nonostante soffra di un disturbo psichico e non abbia né lavoro, né soldi, né macchina. Pat ha 35 anni ed è costretto a vivere coi genitori perché non può più avvicinarsi alla moglie. Ma è spontaneo e intuitivo, fiero e vulnerabile allo stesso tempo. Pat non vive in equilibrio (proprio no, visto che ha pestato a sangue l’amante della moglie) ed è un problema per suo padre che non lo capisce e si tormenta (un sommesso e composto De Niro), come non vive in equilibrio la giovane vedova Tiffany che ha problemi di dipendenza dal sesso. Pat vorrebbe solo stare bene, eliminare i cattivi finali (come quelli dei romanzi che getta via arrabbiato) e stare lontano da chi soffre come lui. Ma proprio la sfida a relazionarsi con qualcuno borderline proprio come lui è la chiave di volta. E prendersi per mano e provare a ballare insieme sfidando le leggi dell’equilibrio fisico (oltre che mentale) può rappresentare la vera vittoria.
La vicenda raccontata nel film entra nella pelle, costringe a pensare e a ripensare alle cose della vita, a pesare e soppesare decisioni, scelte, sfide. Il tutto con stile snello e andamento fluido, con dialoghi ben scritti (la fonte è il bestseller di Matthew Quick) capaci di alternare situazioni drammatiche a momenti divertenti. David O. Russell riesce a compiere, anche lui, un piccolo miracolo di equilibrio: si ride, ci si commuove, viene perfino da applaudire e fare il tifo nella divertente sequenza danzante (composta non a caso da un miscuglio di musiche in apparente dis-equilibrio, dal rock a West Side Story). E sì, si riesce anche a sorvolare sull’eccesso di sentimentalismo finale, complici due protagonisti perfetti. Il percorso dei due è alla fine la cosa importante, si sono presi per mano e si terranno stretti per un po’. Perché c’è sempre un lato positivo nella vita, anche quando si ricevono tante bastonate.
E forse davvero basta saper guardare quel magnifico effetto creato “dall’orlo argenteo delle nuvole”, quando sono di nuovo illuminate dolcemente dal sole appena è passato un temporale.
 

Elena Bartoni

 

 


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