Trama di 2001: Odissea nello spazio
La prima parte del film si svolge nell'Africa di quattro milioni di anni fa: un gruppo di ominidi, sopravvive a fatica in un ambiente arido e ostile; un giorno davanti alla loro grotta appare misteriosamente un grande monolito nero; gli ominidi venendo a contatto col monolito imparano a usare strumenti, a uccidere animali per cibarsene e a uccidere altri ominidi per conquistarne il territorio.
La seconda parte del film si svolge nel 2001 (un anno del futuro rispetto al 1968 in cui fu prodotto il film): il dott. Heywood Floyd è chiamato in missione su una base lunare dove è stato scoperto un grande monolito nero sotterrato ad arte in tempi remoti. Floyd è accompagnato a vedere lo scavo con il monolito ancora nel buio della notte lunare quindicinale. Mentre gli astronauti stanno fotografando il monolito, il primo raggio di sole dell'alba lunare lo illumina. Esso rivede così la luce dopo millenni di oscurità e immediatamente emette un forte segnale radio in direzione di Giove.
Nella terza parte del film un gruppo di cinque astronauti, di cui tre in stato di ibernazione, sono in volo a bordo dell'astronave Discovery diretta verso Giove, governata da un supercomputer, HAL 9000, dotato di una sofisticata intelligenza artificiale che lo rende valido interlocutore degli esseri umani a bordo.
A HAL è stato chiesto di tenere nascosti i veri obiettivi della missione ai compagni di viaggio, i due astronauti svegli, il comandante David Bowman e il suo vice Frank Poole. Quest'ordine genera un conflitto interiore nel calcolatore, il quale nel contempo è programmato per collaborare con gli esseri umani senza omissioni o alterazioni di dati o informazioni. Le conseguenze del conflitto si manifestano tragicamente in prossimità dell'arrivo su Giove. Inizialmente HAL interrompe il collegamento radio con la Terra simulando un guasto inesistente, poi, quando questo tentativo fallisce e anzi insospettisce gli umani, non trova altra soluzione che cercare di ucciderli tutti.
Nonostante HAL riesca ad uccidere Frank, tuttavia il suo piano fallisce: David Bowman riesce a sopravvivere e a riprendere il controllo della nave, disabilitando le funzioni superiori del calcolatore. Mentre Bowman sta disattivando il calcolatore, la mente di HAL 9000 sembra regredire allo stadio infantile, infatti si presenta, dicendo dove e quando è stato attivato (presso le officine H.A.L. di Verbana, Illinois, il 12 gennaio 1992), e cantando la filastrocca che il suo istruttore gli insegnò, ovvero Giro Giro Tondo. Al termine di tale operazione si avvia la riproduzione di un filmato preregistrato, nel quale il dottor Floyd rivela i veri scopi della missione all'equipaggio, oramai composto solo da uno stupefatto Bowman: il monolito trovato sulla Luna è la prima prova dell'esistenza di un'intelligenza extraterrestre, e il segnale radio da esso emesso in direzione di Giove ha spinto a pianificare la missione.
Nell'ultima parte, "Giove e oltre l'Infinito", Bowman arriva in orbita intorno al pianeta gigante avvistando un monolito nero, gigantesco, al quale prova ad avvicinarsi con una capsula. Una panoramica del sistema gioviano con i satelliti allineati ed il monolito pare inghiottire l'esploratore. Una scia luminosa multicolore cancella lo spazio conosciuto. Bowman e la capsula sono accelerati a velocità sconosciute. Scorci di stelle, nebulose, oggetti geometrici ed inquietanti panorami alieni fino a materializzarsi in una stanza chiusa stile impero. L'uomo esce dalla capsula, sconvolto dal viaggio, e viene accolto dalla stanza che gli offre cibo, un letto e una sala bagno. Bowman, potendo soddisfare i suoi bisogni primari, sopravvive nella sua nuova dimora, in solitudine e in totale tranquillità. Non chiaramente decifrabile è il ruolo dello spazio e del tempo. Bowmann invecchia, non può dirsi con quale velocità. Allo stato massimo della sua vecchiaia, Bowman vede davanti a sé il monolito nero e rinasce in forma di feto cosmico, lo Starchild, che in un istante si riporta nello spazio terrestre scrutando dal cielo la nostra Terra. La musica che accompagna questa estrema metamorfosi è l'inizio del poema sinfonico di Richard Strauss Così parlò Zarathustra; il brano musicale aveva già sottolineato le prime immagini del film, che con questo richiamo musicale, si chiude in modo circolare.
Cast
Keir Dullea
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Gary Lockwood
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William Sylvester
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Daniel Richter
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Leonard Rossiter
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Margaret Tyzack
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Robert Beatty
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Douglas Rain
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Ed Bishop
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Alan Gifford
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Vivian Kubrick
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Penny Brahms
Regia
Stanley Kubrick
Sceneggiatura
Stanley Kubrick
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Arthur C. Clarke
Produzione
Metro Goldwyn Mayer
Distribuzione
Warner Bros
Fotografia
Geoffrey Unsworth
Montaggio
Ray Lovejoy
Cast
Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter, Margaret Tyzack, Robert Beatty, Sean Sullivan, Douglas Rain, Ed Bishop, Alan Gifford, Vivian Kubrick, Penny Brahams, John Ashley, Glenn Beck, James Bell, Edwina Carroll, David Charkham, Ann Gillis, Dany Grover, Tony Jackson, David Hines, Jonathan Daw, Simon Davis, Péter Delmár, Heather Downham, Terry Duggan, Laurence Marchant, Mike Lowell, Scott MacKee, David Fleetwood, Brian Hawley, John Jordan, Bill Weston
Regia
Stanley Kubrick
Sceneggiatura
Stanley Kubrick, Arthur C. Clarke
Fotografia
Geoffrey Unsworth
Montaggio
Ray Lovejoy
Produzione
MGM, Polaris,
Distribuzione
Warner Bros.
La colonna sonora, rimasta una delle più famose nella storia del cinema, è composta da celebri pezzi di musica classica di autori classici e contemporanei, tra cui:
Johann Strauß jr:
"Sul bel Danubio blu" ("An der schönen, blauen Donau")
Richard Strauss:
"Così parlò Zarathustra" ("Also sprach Zarathustra")
György Ligeti:R32;
"Atmosfere" ("Atmospheres"),
"Luce eterna" ("Lux Aeterna")R32;
"Avventure" ("Adventures")R32;
"Requiem"
Aram Kachaturian:
"Gayane" suite dal balletto
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