
Il cinema di un grande regista fuori dagli schemi
Uscire da una sala cinematografia alle 23,00 di sera dopo aver passato un'ora e mezza d'incontro con John Landis è piacevolmente stancante!
Il regista di: "Animal House", "The Blues Brothers", "Un lupo mannaro americano a Londra" e "Una poltrona per due", è ospite al Festival Internazionale del Cinema di Roma per presentare
il suo ultimo film: "Burke & Hare", una dissacrante commedia inglese ambientata nella Edimburgo di inizio '800. Incontrare il "vecchio John" è un po' come tornare bambini accendere il televisore e trovarsi improvvisamente in compagnia di Dan Aykroyd e Eddy Murphy, che ti fanno vivere il natale simpaticamente con i loro batti becchi, oppure ti ritrovi a ridere di gusto a con il geniale John Belushi, il tutto ballando come uno zombie "Thriller" di Michael Jackson. Sono molte le cose che questo non convenzionale regista ha fatto nella sua vita, e le ripercorre quasi tutte in quest'incontro vissuto come una piacevole chiacchierate, alternata con spezzoni celebri dei suoi film.
Vengono affrontati molti temi nell'arco del tempo a disposizione: si parla di Hollywood, dell'industria del cinema che oramai è sempre più legata allo show business, dei film che si fanno oggi e di come le persone riescano a lasciarsi impressionare anche dalle cose più sciocche, del suo passato e sul modo di fare cinema, si parla addirittura anche di politica. John Landis impartisce una vera e propria lezione sul cinema, sulla voglia di impegnarsi, di portare avanti una certa storicità dell'azione, di intraprendenza e qualità. Ricorda l'amico e attore diretto in più pellicole, John Belushi, con estremo affetto e un sorriso amaro. Riassume in semplici parole il suo nuovo film, definendolo di qualità, un prodotto che ad Hollywood non avrebbero fatto, e dalla visione del quale si esce in maniera molto simpatica e scanzonata.
Sonia Serafini