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Piccoli brividi - Recensione

25/01/2016 | Recensioni |
Piccoli brividi - Recensione

Negli anni '80 e anche per metà degli anni '90 c'era uno specifico filone cinematografico per ragazzi che è diventato di culto, come i "Goonies" oppure i "Gremlins" di Joe Dante. Ed è guardando a quel mondo che il Rob Letterman di "Shark Tale" e "I fantastici viaggi di Gulliver" si ispira per creare il suo "Piccoli Brividi". Un piacevole divertissement che strizza l'occhio a quei ragazzi, ormai grandi, che hanno passato ore a leggere i libri dell'"orrore" di R.L. Stine o a guardare quei mini film dedicati alla serie in voga prorio negli anni Novanta.

Il protagonista di questa vicenda è Zach che ha dovuto affrontare l'ennesimo trasferimento della sua vita ma l'unica cosa che lo consola è il fatto che la sua nuova vicina di casa è una bella ragazza di nome Hannah, figlia di un celebre autore letterario di una collana di racconti del terrore per ragazzi. Zach insieme ad Hannah e al suo bizzarro papà scrittore scopriranno presto che non tutti i mostri racchiusi nei suoi libri sono invenzioni di fantasia.

E' una pellicola senza molte pretese quella di Letterman, che ha ben in mente il suo target di riferimento, nonostante tenti in tutti i modi di omaggiare quel cinema d'avventura per famiglie. "Piccoli brividi" però è sicuramente d'accostare più alla serie di "Una notte al museo" aggiungendoci qui quel pizzico di "cattiveria" non più dovuto a personaggio della storia antica, ma a personaggi dei libri che prendono vita grazie alla mente di R.L. Stine e alla sua misteriosa macchina da scrivere.

Una parabola sulle paure insite in ognuno di noi che vedono nei mostri, nei pupazzi ventriloqui, piuttosto che nei pagliacci i loro demoni peggiori da affrontare ogni giorno, magari inizialmente scappando via, ma poi trovando una soluzione per sconfiggerli. Sottile morale che, in qualsiasi film per ragazzi, è assolutamente immancabile, qui però non trova alle sue spalle una sceneggiatura così solida da essere ricordata anche dopo la visione.

Il problema con "Piccoli Brividi", infatti, pur essendo un film che si lascia guardare con piacere e assolutamente innocuo, è che non ha niente di memorabile, nessun elemento che possa portarlo ad essere ricordato per più di quel che è: un prodotto per ragazzi, per un pomeriggio senza pensieri, in compagnia di uno scrittore che ha riempito le giornate di molti lettori bambini, ora adulti.

Sara Prian

 


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