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Ad Astra - Recensione - Venezia 76

30/08/2019 | Recensioni |
Ad Astra - Recensione - Venezia 76

Il grande atteso di ieri alla 76° Mostra del Cinema di Venezia è Brad Pitt, protagonista del film diretto da James Gray, Ad Astra. L'ennesimo con tema lo spazio, gli astronauti e i limiti valicabili e non dell'essere umano, uomo, padre e figlio. Il risultato? Un mix di numerosi film precedenti insieme, che nonostante presenti poche novità in merito, riesce a tenere viva l'attenzione.

Un campo elettrico, che scarica la sua forza alla velocità della luce, minaccia la sopravvivenza della Terra. L'origine viene presto identificata e il Maggiore Roy McBride (Brad Pitt) è incaricato della missione che dovrebbe risolvere il problema, ma le cose non sono così semplici perché Roy, soldato decorato oltre i confini della Terra, è il figlio di Clifford McBride (Tommy Lee Jones), pioniere dello spazio partito ventinove anni prima per cercare segni di vita su Nettuno.

Arenata tra i suoi satelliti, la nave del padre è la causa delle scariche elettriche che colpiscono la Terra, sarà  compito di Roy, capirne il motivo.

Ad aprire il sipario è un eroe americano, astronauta, figlio di un astronauta pluridecorato, che un po' personaggio dei film di Terrence Malik, accompagna lo spettatore in un lungo viaggio, quello al di là delle stelle, al di là della Luna e di Marte: verso Nettuno. È da lì che l'ultima volta il padre Clifford ha mandato gli ultimi video, poi più nulla.

L'uomo e padre solitario è il simbolo dell'infanzia e della maturità di Roy, che caricandosi delle colpe a lui ancora ignote, parte per questa epopea galattica, con lo scopo di fare ed essere come il padre. Un padre che è il simbolo stesso della solitudine, cosa che accomuna i due, che ha preferito sacrificare la propria vita per la scienza piuttosto che dedicarla alla famiglia.

Una famiglia che non è mai presente e una vita quella degli astronauti, mostrata come anestetizzata dal provare sentimenti. Nello spazio e durante le missioni è vietato commuoversi ed aver paura. E a dirla tutta, è proibito anche avere pietà.
Non voglio svelare il perché le tempeste elettriche sulla Terra abbiano a che fare con Nettuno e Clifford McBride, come sia  la fine e se effettivamente quest'ultimo sia vivo, ciò che è importante ricordare è che spesso, anche non volendolo, si commettono gli errori di chi ci ha preceduto e che Ad Astra, va al di là delle stelle, non è il classico film sullo spazio, ma nel nero e nel profondo dell'animo umano.

Alice Bianco

 


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