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Ribelle - The Brave - Recensione

08/09/2012 | Recensioni |
Ribelle - The Brave - Recensione

Capelli rossi, ricci, tantissimi e indomabili, come appare indomabile lei, Merida, principessa del regno di Fergus, nelle highlands di una Scozia splendidamente ricreata, sui cui prati fa lasciare veloci le impronte del suo destriero dal quale scocca frecce schivando alberi nei boschi pingui e bui della landa. Per la prima volta la Disney Pixar ci propone un’eroina che non sogna di innamorarsi, se non della sua terra e della sua libertà, che indossa abiti ampi e spartani e non più organza e corpetti e che, inne, rifugge i lavori domestici e non dialoga con bizzarri elementi della fauna del luogo. Mulan salva la cina è vero, ma si veste da uomo per farlo, lady Oscar è valorosa anche se ‘’suo padre voleva un maschietto‘’, per citare due protagoniste a caso, prese nel mazzo un po’ scarno a dire il vero; Merida no, è sempre uguale a se stessa, testarda, solare, irrefrenabile, insoerente: un maschiaccio probabilmente, ma di certo non un maschio fallace. La sua identità non viene mai messa in discussione. I suoi tratti, la lunga chioma fulva, le movenze, non fanno che sottolinearne la femminilità.
Con The Brave ci troviamo di fronte ad una vera e propria storia di formazione, dove la principessa non accetta il destino segnato da sacre e antichissime usanze impostole da sua madre, la amorevole ma irreprensibile regina Elinor, facendo ricorso ad un innato senso di libertà che le fa apparire il tutto come un’assurda insopportabile oppressione. Con questa formula la Pixar smentisce chi temeva che ci potesse essere un appiattimento sulla Disney con le archetipate ‘’storie di principesse’’ , mettendo al centro il rapporto di una ragazza con la tradizione, la famiglia con i suoi legami aettivi le sue regole, e con la volontà ardente di autodenirsi prescindendo da schemi e paradigmi. E’ proprio qui il quantum di originalità della narrazione, ovvero nell’accentramento dell’autodeterminazione di una ragazza, che, costretta a fare i conti con ordini per lei intollerabili, rischierà di compromettere la vita della sua stessa madre facendo precipitare tutto in tragedia. I caratteri maschili entrano in gioco solo come divertenti svaghi comici, vedi i capiclan con i loro tre gli, i gemellini, lo stesso padre di Merida, il re Fergus, al quale però viene inizialmente concesso uno spessore emotivo rilevante all’interno degli equilibri del nucleo familiare che con il corso del tempo si affievolisce lasciando il posto all’aspetto caricaturale. The Brave è quindi un film molto diverso dai dodici precedenti Pixar: ai mondi fantastici, al non umanoide, questa volta è stata preferita un’ambientazione che, per quanto splendida e meticolosamente arescata, non sposta nulla nel nostro immaginario. Il tutto è comunque sempre restituito con profondità in un procedere carico d’emozione propria dei lungometraggi precedenti, senza però rinunciare all’umorismo, alla caricatura e a momenti di pura ilarità. Come al solito, o forse più del solito, eccezionale, oltre al lavoro effettuato sui paesaggi resi con grande naturalezza, lo studio svolto sui colori e l’incredibile espressività dei volti dei personaggi tutti. Delude in parte la sceneggiatura che si distingue per dei vuoti narrativi e per lo scarso respiro dato ad alcuni eventi, come nel caso dell’incantesimo, o nel caso del mancato approfondimento di un personaggio ricco di potenzialità come quello della strega (felicissima interpretazione al doppiaggio di Anna Mazzamauro) che resta purtroppo vago. Dispiace poi che, non insistendo sul rapporto tra Merida e Elinor, reso originalissimo dall’evento della trasformazione di quest’ultima, si sia andata ad affievolire la spinta drammatica che questo dava al racconto, portando questo dove
tutti ci si aspettava che andasse. Nonostante la mancanza di un minimo di audacia in più da parte degli autori renda, nel finale soprattutto, la storia ai limiti del canonico, Ribelle-The brave rimane un prodotto di altissima qualità con il quale potersi divertire e a tratti riflettere, in perfetto stile Disney-Pixar.

Mauro Marrani

 


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