Biografia di Federico Fellini
Federico Fellini ovvero uno dei più grandi maestri del cinema mondiale, inventore di un cinema unico, visionario, onirico, surreale. Il maestro riminese ha diretto dei film diventati leggenda: da “I vitelloni” a “La strada”, da “Le notti di Cabiria” a “La dolce vita”, da “8 e ½” ad “Amarcord”, opere popolate da un’umanità strana, bizzarra, fantasiosa: aristocratici corrotti, prelati, pagliacci, stelline del cinema, “monachine”, “gradische”, creature giullaresche. A proposito della sua visione del mondo si è parlato di “Circosofia”.
Nato a Rimini il 20 gennaio 1920, dopo aver conseguito la maturità classica, lavora a Firenze come disegnatore di fumetti (Gordon Flash) e nel 1938 si trasferisce a Roma dove collabora a diversi settimanali satirici e umoristici: “Il Travaso”, “Settebello”, “Rugantino”, “Il Balilla”, “Marc’Aurelio”. Nella redazione di quest’ultimo giornale conosce Steno che gli favorisce l’esordio come “gag-man” di alcuni film interpretati da Erminio Macario. Contemporaneamente lavora per la radio e la rivista, scrivendo scenette, canzoni e testi per l’avanspettacolo. Dal 1941 inizia una intensa attività di soggettista e sceneggiatore firmando in pochi anni una trentina di opere. Significativo il suo apporto al cinema neorealista: collabora a “Roma città aperta”, “Paisà”, “Senza pietà”, “In nome della legge”, “La città si difende”, “Francesco, giullare di Dio”, “La città si difende”, “Cameriera bella presenza offresi”, “Il brigante di Tacca del Lupo”, “Fortunella”. Nel 1943 sposa Giulietta Masina con la quale nel 1950 forma una cooperativa, insieme a Carla Del Poggio e Alberto Lattuada. Nel 1950 realizza con quest’ultimo il suo film d’esordio: “Luci del varietà”. Le sue opere seguenti, “Lo sceicco bianco” (1952) suo debutto assoluto come regista, “I vitelloni” (1953) Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia, “La strada” (1954), “Le notti di Cabiria” (1957), presentano personaggi emarginati, simboli di ingenuità e purezza e allo stesso tempo dotati di una dignità disarmante e commovente. Negli anni Sessanta e Settanta il regista riminese dirige veri capolavori come “La dolce vita” (1960), “8 e ½” (1963), “Giulietta degli spiriti” (1965), “Satyricon” (1969), “Roma” (1972), “Amarcord” (1973), “Casanova” (1975), “Prova d’orchestra” (1979), “La cità delle donne” (1980) e nelle sue opere si fa sempre più strada l’idea di un mondo caotico, volgare e corrotto destinato a scivolare sempre più verso il naufragio.
I suoi film più recenti ci restituiscono l’immagine di un regista che compie un viaggio in mare funebre e immaginifico (“E la nave va”, 1983), un regista sempre più spaventato, quasi frastornato dalla pubblicità e dai mostri della televisione (“Ginger e Fred”, 1985), che viaggia nella memoria (“Intervista”, 1987), che arriva a invocare, nella sua ultima opera allucinata e disillusa, soltanto un po’ di silenzio (“La voce della luna”, 1990).
Nel 1992 torna dietro la macchina da presa per realizzare tre brevi spot pubblicitari per la Banca di Roma interpretati da Paolo Villaggio.
La carriera di Fellini è costellata di premi e riconoscimenti. Vince per ben cinque volte il premio Oscar: 1957, Oscar miglior film straniero a “La strada”; 1958, Oscar miglior film straniero a “Le notti di Cabiria”; 1964, Oscar miglior film straniero a “Otto e mezzo”; 1975, Oscar miglior film straniero ad “Amarcord”; 1993, Oscar alla carriera. Ottiene due Leoni d’Argento e un Leone d’Oro alla carriera a Venezia nel 1965, una Palma d’Oro a Cannes 1960 (per “La dolce vita”), più altri numerosissimi premi.
Federico Fellini, maestro di un cinema unico ed irripetibile, è morto a Roma il 31 ottobre 1993.
Le sue spoglie riposano nel cimitero di Rimini dove ha sede anche la “Fondazione Federico Fellini”. Al maestro è intitolato l’aeroporto internazionale della città. Il logo dell’aerostazione raffigura la caricatura del regista di profilo con cappellone nero e sciarpa rossa. Dopo la morte del maestro, tutte le strade che sboccano sul lungomare riminese sono state ribattezzate con i nomi dei suoi film e adornate da cartelli con le relative locandine.