La vignetta dedicata all’utilizzo dei nostri dati per addestrare l’intelligenza artificiale
E’ dedicata a all’utilizzo dei nostri dati per addestrare l’intelligenza artificiale la vignetta realizzata questa settimana da Lele Corvi in esclusiva per Voto 10.
In un mondo dove clicchiamo sulla parola ‘accetta‘ molto più spesso di quanto salutiamo i nostri genitori, è facile finire col regalare i propri dati a un’intelligenza artificiale senza nemmeno rendersene conto. Un post, un like, un commento indignato su una carbonara con la panna (e ci mancherebbe altro): tutto può diventare materiale per addestrare un algoritmo.
Ultimamente, molti si sono accorti, grazie a delle mail che solo per fortuna non sono finite nello spam, che Facebook (scusate, Meta) ha aggiornato le sue regole: ora può usare i tuoi contenuti pubblici per “insegnare” alle sue IA a diventare più intelligenti (sicuri?). La notizia è che questa scuola di robot viene alimentata da foto del tuo gatto, storie di palestra, aperitivi improbabili e messaggi passivo-aggressivi scritti alle due di notte.
Il bello è che non devi nemmeno iscriverti: lo hanno fatto loro per te! E se tu non avessi voluto? Compilare un modulo ben nascosto, come fosse una missione segreta. E se ti scocciava farlo, o se ti è passato di mente continuando a rinviare al giorno dopo… beh, congratulazioni: hai appena contribuito a migliorare un’intelligenza artificiale. Gratis.
La verità è che viviamo in un’epoca dove i nostri dati valgono più dell’oro, non lo sappiamo, e ce ne liberiamo con la stessa leggerezza con cui scartiamo una caramella alla menta.