Destinazione Paradiso, Cremonini esalta l’album di Grignani

Quest’anno l’album Destinazione Paradiso di Gianluca Grignani compie 30 anni. Un disco di grande successo, che ha segnato una generazione l’ha accompagnata fino a oggi. Tra gli ammiratori di questo album c’è anche Cesare Cremonini. Il cantautore bolognese, infatti, ha dedicato un lungo post su Instagram a questo anniversario.
Cremonini ha esordito così: “Destinazione Paradiso compie trent’anni e si deve rendere omaggio a un autore e un musicista che ha fermato il tempo a metà degli anni novanta con degli evergreen che basterebbero a chiunque per prendersi lunghi applausi di gratitudine. Per quanto mi riguarda Gianluca Grignani o Gianluca, a seconda dei momenti, ha influenzato la mia adolescenza in modo concreto nella scrittura delle canzoni e ora ve ne cito alcune molto importanti per la mia storia, quelle che se non ci fosse stato lui sarebbero non sarebbero nate”.
L’artista ha spiegato: ““Cara Maggie”, per chi sa di cosa parliamo quando diciamo Lùnapop, ha sentito l’influenza di “Falco a metà” più di ogni altro mio brano. “Silvia stai dormendo”, ancora Lunapop, non sarebbe mai nata se Gianluca non avesse creato “La fabbrica di plastica” e in particolare modo quel capolavoro che è “L’allucinazione”. Così come “Mille Galassie” e “E invece sei tu”, del mio primo album da solista, non avrebbero trovato un morbido cuscino di accordi minori in cui muoversi senza quelli che ti infilava lui nelle sue canzoni da combattente con la chitarra acustica. E poi i Beatles, che in lui per un certo periodo si sentivano in sottofondo”.
Il cantante ha continuato: “Anche “Momento Silenzioso” e “Il pagliaccio” che è una delle mie canzoni meno conosciute (ma più importanti per tutti voi che siete qui da sempre) ha sue influenze nella creazione dei bridge, (“Ma in fondo io sto bene qua…”) e nel timbro vocale che io avevo mangiato a grandi bocconi e digerito nelle infinite giornate di studio al liceo quando, per raggiungere Pianoro, una piccola città quasi montanara fuori Bologna, passavo quaranta minuti al giorno seduto sull’autobus 46 direzione Toscana. Guardavo fuori e sognavo come ho sempre fatto. Grazie Gianluca. Mi colpì una tua frase letta in una qualche intervista alcuni anni fa. “A volte un artista ha solo bisogno di un abbraccio”. A volte la strada sbagliata è la più illuminata“.
Sotto al post, poi, è arrivata la risposta di Grignani. Le sue parole: “Mi fanno davvero piacere tutte le parole che mi hai dedicato su questo post… non è scontato! Grazie Cesare“.




